I membri del Gruppo Fotografico ISO100 raccontano la loro esperienza, il loro punto di vista, il loro modo di intendere la Fotografia. L’intervista al nostro Autore ISO100 Giordano Cozzi.
Per iniziare descriviti con una breve biografia introduttiva e raccontaci qualcosa su di te!
Mi piacciono le sfide in generale e cerco di fare sempre il massimo in ogni ambito. Amo lo stare in gruppo e relazionarmi con nuove persone. Una caratteristica che mi contraddistingue è, senza ombra di dubbio, pormi degli obiettivi e pianificarne il loro raggiungimento. Il mio motto è: “Se non credi in Te stesso, chi ci crederà?”
Da quanto e come è nata la tua passione per la fotografia?
Il primo approccio lo ebbi con l’astronomia, in realtà. Sono affascinato del cielo stellato e di conseguenza l’astrofotografia ha da sempre alimentato questo desiderio. Tuttavia, la passione verso la fotografia coincide con la nascita, nel 2016, di mio figlio Valerio. Da neo papà, acquistai la prima reflex, una Nikon D7000. Da quel giorno ho iniziato a conoscere quello che poi sarebbe diventato il mio vero hobby.
Ci sono fotografi in particolare che influenzano la tua visione fotografica?
Ci sono molti fotografi che alimentano la fiamma della mia passione. Molti sono amatori, proprio come me, altri, posso solo ammirare i loro capolavori: Da Lee Jeffries a Ghizzi Panizza, insieme a Matteo Bertetto e Giovanni Cassarà, passando da Francesco Francia a Sergey Ivanov, e tanti altri intramontabili colossi famosi. Ognuno protagonista nel suo genere.
Quale o quali generi fotografici prediligi?
Mi piace la paesaggistica, soprattutto quella notturna. Ma non disdegno la fotografia macro e ritratto.
Cosa cerchi di ottenere dalle tue immagini? Cosa tenti di comunicare?
Cerco l’effetto “WOW”, ossia quella esclamazione che nasce guardando una foto che spiazza, che si pone l’obiettivo di uscire fuori dagli schemi. Dove si avverte la creatività dell’autore. La firma non sta nel font da utilizzare ma si percepisce dall’unicità dello stile dello scatto. La foto prima va pensata, dopo si scatta.
Ti ritieni soddisfatto dai risultati che ottieni?
Solo dopo aver frequentato svariati corsi di fotografia ed essermi impegnato sul campo, anche quando i risultati non arrivavano, posso affermare a me stesso di aver raggiunto un livello soddisfacente per il tempo e l’attrezzatura che riesco a dedicare. Il segreto è non mollare alla prima difficoltà.
Quale o quali elementi credi potrebbero aiutarti a migliorare?
Per esempio sono iscritto ad una Academy on-line dove ogni giorno si lavora su una foto scattata e si parla di fotografia in generale, aumentando cosi, il confronto e la condivisione, riesco a portare a casa sempre qualcosa di utile.
Hai progetti fotografici ai quali stai attualmente lavorando o ai quali ti piacerebbe in futuro dedicarti?
Mi piacerebbe organizzare un Giro d’Italia fotografico raccontando in prima persona le meraviglie del nostro paese.
Cosa NON è o non dovrebbe essere la fotografia, secondo te?
La fotografia è un vasto oceano sconfinato dove chiunque può esprimersi con la propria idea. L’ importante a mio avviso è non strafare con atteggiamenti arroganti e snobisti, che limitano lo scambio di idee costruttive.
Quanto credi sia importante l’apparecchio fotografico rispetto alle tue necessità espressive?
La qualità si paga. Ho iniziato con attrezzature entry-level e man mano sono passato a livelli superiori. Questa passione può costare anche migliaia e migliaia di euro. Ad oggi mi ritengo soddisfatto.
Quale fotocamera utilizzi prevalentemente? E qual è il tuo obiettivo preferito?
La Nikon D750 ha aperto i miei occhi verso un mondo fotografico di qualità. Oggi sono passato a mirrorless con Sony A7rIII. Il grandangolo è un obiettivo “must have” lo porto sempre nello zaino. Prima avevo un Tamron 15-30 f2.8, ora possiedo un Sony 16-35 f2.8 GM
Ti ritieni un tipo “curioso”?
Certo, la curiosità mi spinge ad ampliare il mio bagaglio tecnico e creativo.
Quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato nel tuo percorso di crescita fotografica?
Scattare in solitaria e isolarsi non sono dei buoni alleati per chi è alle prime armi. Suggerisco di farsi un compagno di viaggio, proprio come me, con il quale sono uscito costantemente e ho fatto progressi insieme.
Credi esista differenza tra una “bella foto” ed una “buona foto”?
Credo che esista un metro di giudizio oggettivo che i nostri occhi riescono a cogliere. Le belle foto sono perle rare tra tante scattate. La domanda giusta sarebbe: saresti in grado di riconoscere una bella foto tra tante buone foto? 🙂
Pensi di aver trovato uno stile personale che contraddistingue le tue realizzazioni?
Credo di aver trovato la strada giusta da percorrere. Per lo stile credo sia prematura questa valutazione, tuttavia lavoro per ottenere qualcosa di mio.
Incontri problemi in questo particolare periodo nel fotografare? L’emergenza COVID ha modificato il tuo modo di fotografare?
Nessun problema a parte lo stare a casa e le restrizioni che tutti abbiamo affrontato nel passato.
Ti sei mai trovato in situazioni bizzarre o insolite o pericolose (a lieto fine!!) tentando di portare a casa lo scatto?
Certoooo…. per fare uno Startrail per esempio ho dovuto fare i conti con un pastore maremmano in piena notte, ero solo al buio, in un campo di grano. Ho lasciato la macchina scattare mentre io mi sono rifugiato in auto, aspettando circa 3 ore.
Qual è l’obiettivo o l’accessorio che ritieni assolutamente indispensabile e del quale…non potresti proprio fare a meno?
Telecomando per scatto remoto e filtri nd1000 per lunghe esposizioni
Con quali software elabori le tue immagini? E quanto tempo dedichi mediamente alla post-produzione?
Photoshop è l’unico programma che utilizzo, in media per elaborare una foto impiego dai 20 minuti a ore per scatti più complessi come Via Lattea o Startrail.
Quale ruolo credi dovrebbe avere la postproduzione in fotografia? Ritieni che l’autore dovrebbe dovrebbe imporsi dei limiti di intervento?
La post produzione ricopre un ruolo fondamentale per donare alla foto quel fascino che l’autore vuole trasmettere. Per esempio, quando si acquista un auto, molto spesso il modello base, ossia quello più scarno, è privo di quegli elementi che caratterizzano e personalizzano l’auto stessa, lo stesso vale in fotografia. Saper post-produrre una foto è importante quanto lo scatto stesso. Solo con pazienza e maestria si possono raggiungere livelli altissimi senza far gridare allo scandalo. Quindi, c’è da imparare e lavorare.
Un consiglio per spronare chi è all’inizio della sua avventura fotografica?
Iscrivetevi ad un gruppo locale di fotografia o procuratevi un compagno di viaggio
E una cosa che un giovane fotografo non dovrebbe mai fare?
Comprare l’attrezzatura e metterla in un cassetto
Vuoi aggiungere un tuo personale pensiero?
Buona Luce e sempre Iso100
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